Arcidiocesi
di Amalfi – Cava de’ Tirreni
Parrocchia Santa Lucia V. e M.
P.za Felice Baldi, 18 Santa Lucia di Cava de’ Tirreni 84010
(Sa) Tel. Fax. 089/461416
E- mail SANTALUCIA@XCOM.it sito Internet SANTALUCIADICAVA.IT
Gruppo Liturgico
In questo anno dedicato alla preghiera
e in particolare, in questo periodo d’Avvento, vogliamo
aiutare la nostra Comunità a recuperare un modo di pregare
bello, ma poco usato. Vogliamo rivalutare la preghiera dei
fedeli, quale momento per tutti di presentare a Dio e nostre
intenzioni.
PROPOSTA:
In questo periodo non verranno proposte le intenzioni dal
foglietto domenicale, ma verrà lasciato del tempo di silenzio
perché ciascuno, nel suo cuore formuli una preghiera. La notte
di Natale e il giorno di Natale, esprimeremo ad alta voce le
intenzioni di preghiera durante la preghiera dei fedeli.
Nei gruppi parrocchiali, sforziamoci di
lasciare del tempo di silenzio per la preghiera ed
esercitiamoci ad esprimerle ad alta voce.
Ma
cos’è la preghiera dei fedeli?
Il Concilio Vaticano II ha recuperato nella celebrazione
dell’Eucaristia la preghiera universale dei fedeli, preghiera
molto antica, caduta in disuso e oggi ripristinata e
considerata uno dei momenti privilegiati dell’esercizio del
sacerdozio comune, battesimale, dei fedeli:
«Sia
ripristinata…specialmente la domenica e le feste di precetto,
l’orazione comune o dei fedeli, in modo che, con la
partecipazione del popolo, si facciano preghiere per la santa
Chiesa, per coloro che ci governano, per coloro che si trovano
in varie necessità, per tutti gli uomini e per la salvezza di
tutto il mondo» (SC, 53).
«Nella preghiera
universale, o preghiera dei fedeli, il popolo, esercitando la
sua funzione sacerdotale, prega per tutti gli uomini. E’
conveniente che nelle Messe con partecipazione di popolo vi
sia normalmente questa preghiera, nella quale si elevino
suppliche per la santa Chiesa, per i governanti, per coloro
che si trovano in necessità, per tutti gli uomini e per la
salvezza di tutto il mondo» (Principi e Norme del
Messale, n. 45).
«Spetta al sacerdote
celebrante guidare la preghiera, invitare, con una breve
munizione, i fedeli a pregare, e concludere la preghiera con
un’orazione. Sarà bene che le intenzioni siano proposte da un
diacono o da un cantore, o da qualche altra persona. Tutta
l’assemblea esprime la sua preghiera o con un’invocazione
comune, dopo che sono state presentate le intenzioni, oppure
pregando in silenzio» (Principi e Norme del Messale, n.
47).
La preghiera dei fedeli trae origine dalla prima lettera di
Paolo a Timoteo: «Ti
raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande,
suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini,
per i re e per quelli che stanno al potere, perché possano
trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e
dignità» (1 Tm 2,1-2).
Non si conosce con precisione il momento storico in cui la
preghiera dei fedeli ha trovato posto nella celebrazione
eucaristica. San Giustino (metà del secolo II) afferma che
dopo le letture e l’omelia:
«facciamo le preghiere comuni per noi stessi, per colui che è
stato illuminato (cioè battezzato) e per tutti gli uomini,
ovunque si trovino…» (Apol. I,65).
Dal secolo V la preghiera universale tende a scomparire
dalla celebrazione eucaristica, resterà, sino al rinnovamento
liturgico, come ricordo nelle “preghiere solenni” del Venerdì
Santo.
La preghiera universale conclude la liturgia della Parola.
Dopo l’ascolto della Parola di Dio, l’assemblea nella
preghiera chiede al Signore che il progetto di salvezza sia
vissuto e realizzato dalla comunità. La preghiera universale
fa da cerniera tra la prima e la seconda parte della
celebrazione eucaristica: «il
popolo…prega per tutti gli uomini, in modo che, dopo aver
portato in se stesso a maturazione i frutti della liturgia
della Parola, possa passare ad una più degna celebrazione
della liturgia eucaristica» (OLM 30).
Questa preghiera non vuole essere un rendimento di grazie o
una serie di richieste per le necessità personali. E’ la
preghiera di un popolo sacerdotale rivolta al Signore
anzitutto per gli altri. S’invoca la misericordia di Dio per
tutti gli uomini e per il mondo intero. E’ chiaro che non sono
bandite le richieste per la propria comunità o per qualche
necessità particolare, tuttavia il tono generale, il respiro
di questa preghiera deve essere universale. Nell’Eucaristia,
difatti, il popolo di Dio esercita il sacerdozio universale.
La preghiera dei fedeli ha una sua struttura. Prima di tutto
il presidente dell’assemblea invita i fedeli a pregare. Un
invito semplice, immediato, chiaro. Le sue parole non sono già
una richiesta, ma un invito all’assemblea ad assumere un
atteggiamento di supplica sacerdotale.
Dopo la breve introduzione, un ministro propone
all’assemblea le varie intenzioni per cui pregare.
Secondo la tradizione, ripresa dal Messale, le petizioni
devono riferirsi:
a) Alle necessità della Chiesa universale (il papa, il
vescovo, i sacerdoti, i ministri, le vocazioni, i fatti della
diocesi o della Chiesa universale…);
b) Ai popoli e ai loro governanti (i problemi della pace,
della fame, della giustizia ed avvenimenti di carattere
internazionale che interessano la comunità umana…);
c) A quelli che soffrono (gli ammalati, gli emarginati, i
disoccupati…);
d) Alla comunità locale (situazioni concrete che vive la
comunità celebrante…).
Naturalmente questo non è un elenco tassativo
d’intercessioni, v’è tanta flessibilità nello strutturare
questa preghiera (per esempio si possono inserire delle
preghiere spontanee), purché resti il tono d’intercessione
della comunità per tutti gli uomini e per il mondo intero. |