La Preghiera dei fedeli

 
 

Arcidiocesi di Amalfi – Cava de’ Tirreni

Parrocchia Santa Lucia V. e M.

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Gruppo Liturgico

   In questo anno dedicato alla preghiera e in particolare, in questo periodo d’Avvento, vogliamo aiutare la nostra Comunità a recuperare un modo di pregare bello, ma poco usato. Vogliamo rivalutare la preghiera dei fedeli, quale momento per tutti di presentare a Dio e nostre intenzioni.

PROPOSTA: In questo periodo non verranno proposte le intenzioni dal foglietto domenicale, ma verrà lasciato del tempo di silenzio perché ciascuno, nel suo cuore formuli una preghiera. La notte di Natale e il giorno di Natale, esprimeremo ad alta voce le intenzioni di preghiera durante la preghiera dei fedeli.

  Nei gruppi parrocchiali, sforziamoci di lasciare del tempo di silenzio per la preghiera ed esercitiamoci ad esprimerle ad alta voce.

  Ma cos’è la preghiera dei fedeli?

  Il Concilio Vaticano II ha recuperato nella celebrazione dell’Eucaristia la preghiera universale dei fedeli, preghiera molto antica, caduta in disuso e oggi ripristinata e considerata uno dei momenti privilegiati dell’esercizio del sacerdozio comune, battesimale, dei fedeli: «Sia ripristinata…specialmente la domenica e le feste di precetto, l’orazione comune o dei fedeli, in modo che, con la partecipazione del popolo, si facciano preghiere per la santa Chiesa, per coloro che ci governano, per coloro che si trovano in varie necessità, per tutti gli uomini e per la salvezza di tutto il mondo» (SC, 53).

  «Nella preghiera universale, o preghiera dei fedeli, il popolo, esercitando la sua funzione sacerdotale, prega per tutti gli uomini. E’ conveniente che nelle Messe con partecipazione di popolo vi sia normalmente questa preghiera, nella quale si elevino suppliche per la santa Chiesa, per i governanti, per coloro che si trovano in necessità, per tutti gli uomini e per la salvezza di tutto il mondo» (Principi e Norme del Messale, n. 45).

  «Spetta al sacerdote celebrante guidare la preghiera, invitare, con una breve munizione, i fedeli a pregare, e concludere la preghiera con un’orazione. Sarà bene che le intenzioni siano proposte da un diacono o da un cantore, o da qualche altra persona. Tutta l’assemblea esprime la sua preghiera o con un’invocazione comune, dopo che sono state presentate le intenzioni, oppure pregando in silenzio» (Principi e Norme del Messale, n. 47).

  La preghiera dei fedeli trae origine dalla prima lettera di Paolo a Timoteo: «Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per quelli che stanno al potere, perché possano trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità» (1 Tm 2,1-2).

  Non si conosce con precisione il momento storico in cui la preghiera dei fedeli ha trovato posto nella celebrazione eucaristica. San Giustino (metà del secolo II) afferma che dopo le letture e l’omelia: «facciamo le preghiere comuni per noi stessi, per colui che è stato illuminato (cioè battezzato) e per tutti gli uomini, ovunque si trovino…» (Apol. I,65).

  Dal secolo V la preghiera universale tende a scomparire dalla celebrazione eucaristica, resterà, sino al rinnovamento liturgico, come ricordo nelle “preghiere solenni” del Venerdì Santo.

  La preghiera universale conclude la liturgia della Parola. Dopo l’ascolto della Parola di Dio, l’assemblea nella preghiera chiede al Signore che il progetto di salvezza sia vissuto e realizzato dalla comunità. La preghiera universale fa da cerniera tra la prima e la seconda parte della celebrazione eucaristica: «il popolo…prega per tutti gli uomini, in modo che, dopo aver portato in se stesso a maturazione i frutti della liturgia della Parola, possa passare ad una più degna celebrazione della liturgia eucaristica» (OLM 30).

  Questa preghiera non vuole essere un rendimento di grazie o una serie di richieste per le necessità personali. E’ la preghiera di un popolo sacerdotale rivolta al Signore anzitutto per gli altri. S’invoca la misericordia di Dio per tutti gli uomini e per il mondo intero. E’ chiaro che non sono bandite le richieste per la propria comunità o per qualche necessità particolare, tuttavia il tono generale, il respiro di questa preghiera deve essere universale. Nell’Eucaristia, difatti, il popolo di Dio esercita il sacerdozio universale.

  La preghiera dei fedeli ha una sua struttura. Prima di tutto il presidente dell’assemblea invita i fedeli a pregare. Un invito semplice, immediato, chiaro. Le sue parole non sono già una richiesta, ma un invito all’assemblea ad assumere un atteggiamento di supplica sacerdotale.

  Dopo la breve introduzione, un ministro propone all’assemblea le varie intenzioni per cui pregare.

Secondo la tradizione, ripresa dal Messale, le petizioni devono riferirsi:

a)  Alle necessità della Chiesa universale (il papa, il vescovo, i sacerdoti, i ministri, le vocazioni, i fatti della diocesi o della Chiesa universale…);

b)  Ai popoli e ai loro governanti (i problemi della pace, della fame, della giustizia ed avvenimenti di carattere internazionale che interessano la comunità umana…);

c)  A quelli che soffrono (gli ammalati, gli emarginati, i disoccupati…);

d)  Alla comunità locale (situazioni concrete che vive la comunità celebrante…).

 

  Naturalmente questo non è un elenco tassativo d’intercessioni, v’è tanta flessibilità nello strutturare questa preghiera (per esempio si possono inserire delle preghiere spontanee), purché resti il tono d’intercessione della comunità per tutti gli uomini e per il mondo intero. 

 

 

  Il Gruppo Liturgico

 

 

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