Un anno arriva alta, un anno arriva bassa. La Pasqua, la
festa più importante del calendario cristiano, lascia spesso
spiazzati i fedeli perché non ha una data ben precisa come
altre ricorrenze: di sicuro si sa solamente che cade di
domenica tra la fine di marzo e il 25 aprile. Il calcolo
della Pasqua è sempre stato nel corso della storia una fonte
di discussione. Le battaglie iniziarono già nel mondo
tardo-antico: si formarono diverse correnti di pensiero che
solo nel 325 con il concilio di Nicea vennero tacitate,
essendo stato stabilito un modo per calcolare la data della
Pasqua che valesse per tutto il mondo cristiano.
Le decisioni del concilio di Nicea esprimono il desiderio
di unità. Scopo del concilio fu di stabilire dei principi,
fondati sui dati scritturistici concernenti l'associazione
della morte e risurrezione di Cristo con la Pasqua ebraica,
che avrebbero incoraggiato un'unica osservanza annuale della
Pasqua da parte di tutte le Chiese. Alimentando l'unità in
questo modo, il concilio dimostrò anche il suo impegno a
favore della missione della Chiesa nel mondo.
Le norme nicene affermano l'intima connessione tra la
Pasqua biblica e la celebrazione cristiana del «Cristo,
nostra Pasqua». Sebbene il concilio di Nicea abbia rigettato
il principio della dipendenza dal computo ebraico
contemporaneo, esso compi tale scelta in base al fatto che
questo era cambiato ed era divenuto inesatto, e non perché
esso considerasse questa connessione come irrilevante.
Ancora oggi valgono quelle disposizioni.
La Pasqua cristiana cade la prima domenica successiva al plenilunio
che segue l'equinozio di primavera. Un plenilunio si verifica
circa una volta al mese, è ovvio perciò che a seconda
della distanza di tale evento astronomico rispetto all'equinozio,
la Pasqua può essere più o meno "alta".
Una volta stabilita la data della Pasqua si procede a ritroso
per determinare la durata della Quaresima e la collocazione sul
calendario del Carnevale e del Mercoledì delle Ceneri.
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