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Dedicazione della Basilica Lateranense

Parrocchia Santa Lucia V. e M.

P.za Felice Baldi, 18 Santa Lucia di Cava de’ Tirreni 84010 (Sa) Tel. Fax. 089/461416

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Gruppo Liturgico Anno Pastorale 2008 - 2009

 

DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE

"Madre" di tutte le Chiese del Mondo

9 novembre 2008

“Santo è il tempio di Dio, che siete voi"

Breve lettera del Parroco

Quando l’imperatore romano Costantino si convertì alla religione cristiana, verso il 312, donò al papa Milziade il palazzo del Laterano, che egli aveva fatto costruire sul Celio per sua moglie Fausta. Verso il 320, vi aggiunse una chiesa, la chiesa del Laterano, la prima, per data e per dignità, di tutte le chiese d’Occidente. Essa è ritenuta madre di tutte le chiese dell’Urbe e dell’Orbe. Consacrata dal papa Silvestro il 9 novembre 324, col nome di basilica del Santissimo Salvatore, essa fu la prima chiesa in assoluto ad essere pubblicamente consacrata. Nel corso del XII secolo, per via del suo battistero, che è il più antico di Roma, fu dedicata a san Giovanni Battista; donde la sua corrente denominazione di basilica di San Giovanni in Laterano. Per più di dieci secoli, i papi ebbero la loro residenza nelle sue vicinanze e fra le sue mura si tennero duecentocinquanta concili, di cui cinque ecumenici. Semidistrutta dagli incendi, dalle guerre e dall’abbandono, venne ricostruita sotto il pontificato di Benedetto XIII e venne di nuovo consacrata nel 1726.

Basilica e cattedrale di Roma, la prima di tutte le chiese del mondo, essa è il primo segno esteriore e sensibile della vittoria della fede cristiana sul paganesimo occidentale. Durante l’era delle persecuzioni, che si estende ai primi tre secoli della storia della Chiesa, ogni manifestazione di fede si rivelava pericolosa e perciò i cristiani non potevano celebrare il loro Dio apertamente. Per tutti i cristiani reduci dalle “catacombe”, la basilica del Laterano fu il luogo dove potevano finalmente adorare e celebrare pubblicamente Cristo Salvatore. Quell’edificio di pietre, costruito per onorare il Salvatore del mondo, era il simbolo della vittoria, fino ad allora nascosta, della testimonianza dei numerosi martiri. Segno tangibile del tempio spirituale che è il cuore del cristiano, esorta a rendere gloria a colui che si è fatto carne e che, morto e risorto, vive nell’eternità.

L’anniversario della sua dedicazione, celebrato originariamente solo a Roma, si commemora da tutte le Comunità di rito romano. Questa festa deve far sì che si rinnovi in noi l’amore e l’attaccamento a Cristo e alla sua Chiesa. Il mistero di Cristo, venuto “non per condannare il mondo, ma per salvare il mondo” (Gv 12,47), deve infiammare i nostri cuori, e la testimonianza delle nostre vite dedicate completamente al servizio del Signore e dei nostri fratelli potrà ricordare al mondo la forza dell’amore di Dio, meglio di quanto lo possa fare un edificio in pietra.
La Basilica di San Giovanni in Laterano è, come canta la tradizione, “mater omnium ecclesiarum”. La memoria della sua dedicazione, che ovviamente è celebrata particolarmente a Roma, è però preziosa per l'intera Chiesa di Cristo. Oggi, in certo modo, tutti ci rechiamo in spirituale pellegrinaggio nella cattedrale della Chiesa di Roma che appunto “presiede alla carità” e ci stringiamo attorno al Papa per essere da lui confermati nella comune fede nel Signore Gesù. Oggi non facciamo un semplice ricordo di un avvenimento passato, né rievochiamo il momento di apertura di un museo. Quel giorno fu un giorno santo per Roma; un giorno davvero senza tramonto. Qui, come in ogni cattedrale e in ogni chiesa del mondo, la misericordia e la presenza di Dio non sono mai tramontate. Si sono avvicendati i secoli, si sono susseguite le stagioni, si sono succedute le generazioni, mai però il Signore ha lasciato questa santa dimora. Questa Basilica è stata, di generazione in generazione, una fontana di misericordia, di perdono, di grazia, di sostegno. E' stata la fontana di grazia sempre viva per la Comunità cristiana di Roma e per chiunque si è recato pellegrino al suo altare.

Che senso ha questo ricordo di un “tempio” per i cristiani? Quello di un “legame” tra Comunità sparse nel mondo e che, tuttavia, si riconoscono unite attorno a un centro. Il linguaggio è simbolico, ma attraverso i segni parla di comunione, di solidarietà universale nella persona di Gesù Cristo. Il tempio è figura di Cristo, il nuovo tempio in cui possiamo incontrare e adorare il Padre. E’ figura della Chiesa, Comunità personale di molti e diversi, eppure uniti da una stessa fede, una stessa speranza, una stessa carità.


 

Spunti per la riflessione personale

Fin dai tempi più antichi gli uomini hanno pensato che le forze divine fossero presenti e si manifestassero in luoghi particolari, ritenuti adatti all'incontro tra l'uomo e la divinità: ad esempio grotte, montagne, grandi alberi vennero considerati "luoghi di Dio", cioè sacri, dunque riservati al divino. In questi luoghi la comunità si raccoglieva per adorare i suoi dei, per celebrare cerimonie e sacrifici, per mettersi in contatto con l'Assoluto, con quella realtà che supera l'uomo, il quale si riconosce creatura, limitato, abitato dalla nostalgia verso la comunione, l'unità con Dio.

Nei secoli il luogo sacro ha assunto forme diverse, sempre più raffinate, giungendo, nella religione cristiana, ad esprimersi persino nelle cattedrali, che possiamo definire come traduzioni architettoniche della spiritualità di un determinato tempo storico. La costruzione di questi edifici sacri richiedeva decine, talora centinaia di anni e ad essa partecipavano migliaia di muratori, scalpellini, scultori e pittori. Tutta la città se ne faceva carico, distinguendo la casa del Signore con uno stile ben definito.

Così la cattedrale romanica, con la sua solida austerità, trasmette, in chi vi si sofferma in preghiera, un senso di pace e di quiete; mentre la cattedrale gotica, con le sue altissime e ardite navate, eleva l'anima del credente verso l'altezza dell'amore di Dio.

L'uomo religioso traduce dunque la sua concezione del mondo nella struttura del tempio, costituito da tutta una serie di elementi che lo caratterizzano. Per esempio il recinto, cioè il luogo che separa lo spazio sacro da quello profano: può essere una piazza, un giardino, una siepe, che dice al fedele di porsi in atteggiamento di raccoglimento, di ascolto, di disponibilità all'incontro con il Signore. Poi c'è la via sacra, che può essere un percorso segnato, una scala, una vera e propria strada che conduce al tempio, adatta sia per le processioni sia per il singolo credente che voglia cogliere appieno l'importanza del gesto che sta compiendo.

Il centro dello spazio sacro è occupato dal simulacro, che è il simbolo della divinità che vi è adorata. Nelle nostre Chiese c'è il crocifisso e poi l'Eucaristia conservata nel tabernacolo. Un posto importante, nel tempio, è riservato all'altare, destinato alla presentazione dei doni al Signore. E' sull'altare che si fa memoria del sacrificio di Cristo che offre la sua vita al Padre, ed è ancora sull'altare che i cristiani offrono la loro giornata, i loro insuccessi, le sconfitte che chiedono il perdono di Dio; ma anche gli atti d'amore che li rendono più vicini al Signore, più santi.

Altro elemento importante, per una chiesa, è il suo orientamento. Spesso, infatti, il tempio cristiano è orientato verso Gerusalemme e la sua base è posta in modo tale che all'alba, al tramonto, o in particolari momenti dell'anno la luce solare illumini suggestivamente il simulacro.

Il tempio cristiano, insomma, non è una costruzione più o meno aggraziata, che ha lo scopo di esibire una potenza, una cultura, o una storia; ma è tutto un richiamo, un simbolo, un rimando costante al sacro, alla realtà spirituale. L'uomo di fede, infatti, quando entra in contatto con questi particolari segni, sente risvegliata in sè un'esperienza profonda, insieme emotiva e razionale, che è il rapporto con il mistero di Dio.

Dio è presente non dove si obbedisce in modo esteriore alle leggi e ai precetti del culto, ma stabilisce la sua amicizia con l'uomo che lo riconosce, che ha profonda fede in Lui. L'insegnamento di Gesù è un cambiamento di prospettiva importante, che i Vangeli evidenziano quando dicono che, alla morte di Cristo, si squarciò il "velo del tempio". Il centro del Tempio di Gerusalemme, chiamato "Santo dei Santi", era uno spazio vuoto, riservato a Dio, l'inaccessibile. Uno spazio in cui entrava una sola volta all'anno il Sommo Sacerdote a proclamare il nome di Dio e separato dagli spazi circostanti da una spessa tenda.

Quando si annuncia che, alla morte di Gesù, il velo del Tempio si è squarciato in due, si annuncia che in Gesù Dio non è più l'inaccessibile, non è più una presenza lontana che può essere avvicinata soltanto da un privilegiato; ma si è manifestato a tutti e tutti possono entrare in comunione con Lui attraverso Gesù Cristo. L'incontro, la relazione, la comunione con Dio non sono però la conseguenza del riunirsi nel Tempio, ma sono il frutto della fede in Cristo. Infatti, "stringendoci a Gesù, pietra viva... scelta e preziosa davanti a Dio" (1Pt 2,4), anche noi saremo impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, che è la Chiesa, il Corpo di Cristo.

Il tempio dunque non è propriamente la casa di Dio, cioè il luogo dove Dio abita; ma vale soltanto in quanto rimanda alla comunità cristiana, alla vita di fede che unisce i cristiani a Gesù. Per cogliere il rapporto tra il tempio, cioè la costruzione che accoglie i cristiani e l'edificio spirituale che essi costituiscono, uniti in Gesù dallo Spirito Santo, si può pensare alla storia di quel principe che fece costruire un edificio sacro per gli abitanti del villaggio. Quel tempio era senza finestre, cosicché era completamente buio. Per rischiararlo, ogni fedele, che aveva il suo posto assegnato, doveva tenere in mano una candela accesa. Quando tutti erano presenti il tempio era illuminato in ogni angolo e risplendeva in tutta la sua bellezza; quando invece qualcuno mancava, una parte rimaneva nell'ombra.

Allo stesso modo l'edificio sacro in cui si riuniscono i cristiani viene chiamato "chiesa" proprio perché esso ospita la porzione del Popolo di Dio che abita nei dintorni e che si chiama Chiesa, termine il cui significato è assemblea dei convocati, dei chiamati. Sono queste "pietre vive" che danno significato a quelle mura che li ospitano, non per una semplice riunione, ma per incontrare Gesù Cristo, il loro Signore.

Fare memoria della dedicazione di un edificio sacro non vuol dire allora esaltare una costruzione, né dare importanza alle sue volte o alle opere d'arte che contiene; ma celebrare l'unità che lega i cristiani di quella comunità con Cristo, unità che si esprime, anche, nell'opera dell'uomo, il quale manifesta la sua fede costruendo edifici che sappiano richiamare la grandezza dell'amore di Dio.

 

 


AVVISI

Lunedì 10 novembre 2008

  • Celebrazione del Vespro ore 18.00.

Martedì 11 novembre 2008

  • Celebrazione Eucaristica ore 18.00.

  • Incontro animatori Oratorio Parrocchiale ore 21.00 Centro Pastorale.

Mercoledì 12 novembre 2008

  • Celebrazione Eucaristica ore 18.00.

  • Gruppo Liturgico ore 20.00.

Giovedì 13 novembre 2008

  • Celebrazione delle Lodi Mattutine ed esposizione SS. Sacramento ore 8.30 e tempo per l’adorazione silenziosa fino alle ore 12.00.

  • Adorazione personale ore 17.00 – 19.00.

  • Tempo per le confessioni dalle ore 17.00 alle ore 19.00 con la presenza in chiesa di P. Mosè.

Venerdì 14 novembre 2008

  • Celebrazione Eucaristica ore 18.00.

  • Pulizia della chiesa gruppo: Coro delle 9.30

  • Incontro Responsabili dei Gruppi Parrocchiali ore 19.00 ufficio Parrocchiale.

Sabato 15 novembre 2008

  • Incontro con i genitori dei ragazzi ceh frequentano la catechesi in preparazione del sacramento dell’Eucarestia, ore 16.30 Centro Pastorale.

  • Celebrazione Eucaristica ore 18.00.

Domenica 16 novembre 2008 - Giornata della Santificazione Mondiale

  • Celebrazioni Eucaristiche ore 10.30 in piazza in occasione della Giornata della Santificazione Universale e ore 19.00 in chiesa.


 

 
 
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