Parrocchia Santa
Lucia V. e M.
sito: www.santaluciadicava.it - e-mail:
santalucia@tele2.it
Gruppo Liturgico
5ª settimana del Tempo di
Pasqua
9/16 maggio 2004
Breve lettera del Parroco
Tenerezza e
amore risanano
È stato detto: amare qualcuno significa
“essere d’accordo di invecchiare insieme” (A. Camus); “vederlo come Dio lo ha
progettato” (F. Dostoevskij); “dire: “Tu non morirai”” (Love Story)…
“L’amore immaturo dice: ti amo perché ho bisogno
di te. L’amore maturo dice: ho bisogno di te perché ti amo” (E. Fromm).
Dunque, “Il vero amore comincia quando siamo pronti a dare tutto senza
chiedere nulla” (A. de Saint-Exupéry). “La primavera comincia con il primo
fiore / il giorno con il primo albore / la notte con la prima stella / il
torrente con la prima goccia / il fuoco con la prima scintilla / l’amore con
il primo sogno” (P. Mazzolari).
Per il
cristiano “Non esiste l’uomo inutile, l’azione banale, il tempo senza senso”…
Pertanto ha ragione Edith Stein: è “La morte, che rende gli uomini cose”. La
Chiesa pensa ed agisce in modo assai diverso: scommette sull’uomo. Scommette
con colui che si è allenato a confrontare tutto con le esigenze profonde che
costituiscono il nucleo, non censurato da interventi esterni, del suo vero
“io”. Si confronta con l’uomo alla ricerca del “fascino più grande”, come
diceva Agostino, della pienezza assoluta di vita. A quest’uomo con Cristo la
Chiesa promette nientemeno che il centuplo quaggiù. È una sfida audace. Non
deve darci tregua. È vivere in pienezza e totalità il comandamento di Cristo:
amare come lui ha amato. È salire sulla croce!
Scrive
Giussani: “Annunciare Cristo significa testimoniare che l’uomo è posto in una
compagnia tale che non c’è da dimenticare il male o la contraddizione. Egli
trasforma, redime, con il libero assenso dell’uomo, ogni cosa. Tale
trasformazione è un’esperienza che già nel presente inizia”. A noi tocca
renderla attuale, plausibile per l’uomo d’oggi.
Introduzione
In questa quinta domenica di
Pasqua riesaminiamo con l’aiuto della Parola di Dio la nostra fede. Essa ci è
stata donata nel Battesimo. È un impegno da vivere e da far fruttificare. La
fede deve permeare ogni giorno della nostra vita, ci deve aprire al mistero di
Dio per farlo entrare nella nostra esistenza. Se Dio entra nella nostra vita
attraverso la porta della fede, noi diveniamo «dimora di Dio» nella storia.
Saremo capaci di esprimere nei rapporti vicendevoli l’amore che scaturisce
dalla presenza di Dio in noi e di rispondere positivamente al comandamento di
Gesù: di amarci gli uni gli altri come lui ci ha amati.
Atto penitenziale
Chiediamo a Dio la conversione del
cuore per poter attuare concretamente nella nostra vita il comandamento della
carità. E chiediamo perdono per non aver amato abbastanza Dio e i fratelli.
-
Tu che ci
hai comandato di amare come tu ci hai amato, abbi pietà di noi.
-
Tu che ci
chiedi di riconciliarci prima di venire al tuo altare, abbi pietà di noi.
-
Tu che
riconosci discepoli coloro che si amano, abbi pietà di noi |
Presentazione della
parola di Dio - Prima lettura: At
14,21b-27
I pagani accolgono la fede. Prima
una vita senza Dio, ora una vita con Dio. Diventano Chiesa, cioè uomini nei
quali e per mezzo dei quali opera Dio. E noi? Determiniamo e organizziamo la
nostra vita in modo autonomo, o siamo luogo in cui Dio agisce per realizzare
il suo disegno?
Dal Salmo
144
Il salmista esalta a grandezza e
la misericordia del Signore, che si mostra pieno di comprensione per ogni
creatura. Anche noi siamo invitati a lodarlo e a proclamare a tutti gli uomini
la gloriosa magnificenza del suo regno.
Seconda lettura:
Ap 21,1-5°
Giovanni ci racconta ciò che ha
visto: un cielo nuovo e una terra nuova. Ha visto anche la Gerusalemme del
cielo, la città santa, verso la quale tutti siamo incamminati. L’esperienza
della fede apre ogni uomo ad orizzonti nuovi.
Vangelo:
Gv 13,31-33a.34-35
Gesù consegna agli apostoli, a
noi, il comandamento nuovo dell’amore. Il suo cuore. Cioè vivere come lui ha
vissuto per il Padre e per il mondo. Semplicemente amando. È una «consegna»
nella sofferenza: erano prossimi il tradimento e la Passione, ma per amore. Il
tradimento e il suo consegnarsi alla morte sono la glorificazione sua e del
Padre, il cammino attraverso cui dovrà passare ogni discepolo: amare come
Cristo ha amato.
Spunti di Riflessione
- |
Dio ci ha amato per primo
donandoci l’esistenza. Ha continuato ad amarci mandando a noi suo Figlio e
dimostrando così come ci amava: non a parole, ma con il dono della vita.
Noi, sappiamo amare come Dio ci ha amati? Gesù ci avvisa: saremo suoi
discepoli se saremo capaci di un amore totale e senza limiti. |
- |
«Amare» è una parola semplice
eppure straordinaria! È vita. È totalità. L’amore è apparente ovvietà, ma
solo se guardata in modo superficiale. Se si penetra nel suo significato e
nella sua sostanza in rapporto a Cristo, modello di ogni amore, risulta
una realtà tutt’altro che apparente ed ovvia. |
- |
Ma cos’è l’amore? Non è un
fatto climatico, un’aria che si possa respirare, né un prodotto di
processi biochimici che possano influenzare le nostre emozioni
raggiungendo, colmando e muovendo il cuore verso qualcosa di estemporaneo,
occasionale, passeggero… Amare è accogliere, è mettersi a servizio degli
altri. L’amore è dono ed ha un’unica sorgente: Dio. Dio, vera sorgente
dell’amore, è il solo che può affidare all’uomo un simile comandamento: «Amatevi
gli uni gli altri come io ho amato voi». Così l’amore non solo ci è
comandato, ma ci vengono date anche la regola e la misura. L’amore non
consiste nei sentimenti, negli istinti, simpatie o antipatie, nelle scelte
che ci sembrano più giuste. La misura dell’amore ha il suo fondamento, le
sue radici nel mistero della croce di Cristo. La regola sta nella forza
del suo amore che ha saputo abbracciare ogni uomo perdonando e usando
misericordia verso tutti. Gesù ha costituito i suoi discepoli in una nuova
comunità. Essa l’ha voluta guidata dalla legge dell’amore. Questa
comunità-chiesa è nuova rispetto all’antica legge di Mosè. In essa la
logica dell’amore di Cristo rivela tutta la sua forza. Questa logica se si
incarna nella vita la orienta e ci spinge al dono senza condizioni,
all’apertura senza calcoli e senza riserve. Il metro ed il modello del
nostro amore diviene Gesù Cristo. La relazione tra l’uomo e Dio diventa
fonte d’amore verso i propri fratelli. L’amarsi l’un l’altro diviene
irradiazione dell’amore che per sua natura si espande. |
- |
L’amore che Dio ci propone non
è un amore astratto e disincarnato. Non si può essere amici di Gesù se non
si è amici fra di noi. Non si può amare Dio che non si vede se non si ama
il fratello che è sotto ai nostri occhi, che lavora con noi, che fatica
con noi condividendo il nostro stesso cammino di vita. Gesù ci ha donato
il comandamento dell’amore poco prima di essere «consegnato». Era una cosa
molto importante, una raccomandazione che doveva radicarsi nel cuore,
nella parte più profonda di noi. Da questo, infatti, ci riconosceranno
come suoi discepoli, come persone che appartengono a lui. L’amore è il
segno di appartenenza, il distintivo degli amici di Gesù. |
- |
Se siamo veri discepoli di
Gesù, il nostro povero spirito umano con tutti i suoi limiti ed il suo
«io» si vedrà invaso da questa forza nuova e trasformante dell’amore.
Dovrà convertirsi all’amore di Gesù. Il vero discepolo di Gesù deve
imparare ad amare tutti i suoi fratelli con l’amore stesso con cui Dio ha
amato lui ed il mondo intero, plasmando nel suo cuore i suoi stessi
atteggiamenti. In noi deve divenire vivo un amore che non teme nulla e che
cerca in mille modi di raggiungere tutti. Ogni cristiano, a modo suo, al
suo posto e secondo la sua vocazione, dove imparare ogni giorno
ricominciando sempre, a diventare vero discepolo del Signore.
Essere discepoli di Gesù è una
meta raggiungibile se sapremo pagare il prezzo dell’amore. «Essere»
discepoli di Gesù e non «crederci» discepoli di Gesù! Saranno gli altri a
dire se siamo o non siamo discepoli del Maestro e lo potranno affermare in
base alla qualità del nostro amore. È la sfida di questa domenica. La
sfida che ci rende consapevoli di quanta strada abbiamo ancora da
percorrere e di quanta fatica dovremo ancora fare per avere in noi l’amore
di Cristo. La consapevolezza della nostra impotenza e povertà animi la
preghiera e l’attesa dello Spirito che il Signore vuole donarci per
renderci capaci di amare. A questo Spirito, fin da ora, facciamo spazio
nel cuore e nella intera nostra esistenza. |
Avvisi
Lunedì 10
maggio 2004
- Celebrazione Eucaristica
ore 19.00.
- In pellegrinaggio
con Maria. Momento di preghiera, ore 20.00 presso la fam.Rispoli
Guerino, via P. Di Domenico,2..
Martedì
11 maggio 2004
- Celebrazione Eucaristica
ore 19.00.
- Catechesi per i genitori i
cui figli si preparano a ricevere il sacramento della Prima Comunione, preso
il Centro Pastorale
- Ore 20.00
genitori del primo anno (III elementare);
- Ore 19.30
genitori del secondo anno (IV elementare).
- Incontro Genitori ragazzi
catechismo IV elementare, ore 19.30.
- In pellegrinaggio
con Maria. Momento di preghiera, ore 20.00 presso palazzo Aucello, via
P. Di Domenico.
Mercoledì
12 maggio 2004
- Celebrazione Eucaristica
ore 19.00.
- In pellegrinaggio
con Maria. Momento di preghiera, ore 20.00 presso la fam. Mannara
Ciro, via P. Di Domenico.
Giovedì 13 maggio 2004 – Giornata dedicata alla
memoria di Santa Lucia
- Celebrazione lodi
mattutine Eucaristica ore 8.30. Adorazione personale ore 9.00—12.00. Ore
17.00—19.00. Celebrazione Eucaristica, ore 19.00. Concerto di Flauto e
pianoforte a cura dei maestri Di Bianco e Amato. Celebrazione del mese di
maggio in chiesa.
Venerdì
14 maggio 2004
- Celebrazione Eucaristica
ore 19.00.
- Pulizia della chiesa
gruppo Giovani Coppie
- In pellegrinaggio
con Maria. Momento di preghiera, ore 20.00 presso la fam. Baldi
Artemio, via P. Di Domenico.
Sabato 15 maggio 2004
- Celebrazione Eucaristica
ore 19.00.
- In pellegrinaggio
con Maria. Momento di preghiera e celebrazione Eucaristica, ore 20.00
presso la fam. Bisogno Maria, via P. Di Domenico.
Domenica
16 maggio 2004
- Celebrazioni Eucaristiche
ore 9.30, 11.00, 19.00.
- Commedia proposta dal
gruppo teatrale |