Arcidiocesi Amalfi - Cava de' Tirreni Parrocchia Santa Lucia V. e M. P.za Felice Baldi, 18 Santa Lucia di Cava de’ Tirreni 84010 (Sa) Tel. Fax. 089/461416 E- mail SANTALUCIA@Tele2.it sito Internet WWW.SANTALUCIADICAVA.IT Gruppo Liturgico IV Domenica del Tempo Ordinario - C 31 gennaio - 7 febbraio 2010 - LV Giornata per i Malati di Lebbra «Salviamo la bellezza dell’uomo dalla lebbra» Breve lettera del Parroco Riprendo il filo del dialogo interrotto più di un mese fa quando ho consegnato alla Comunità il programma per il mese di dicembre. Questa breve lettera che settimanalmente ci unisce è l’occasione per raggiungere anche coloro che per i più svariati motivi non si sono ritrovati con la Comunità durante la celebrazione domenicale. Abbiamo vissuto un intenso periodo nel quale abbiamo celebrato tanti momenti belli di fede, di fraternità e occasioni per stare insieme. Noto con piacere il desiderio che caratterizza la nostra Comunità di lasciarsi convocare - chiamare per stare insieme, al tempo stesso mi rattristo delle volte per la fatica che si fa nel coinvolgere i “distratti” i “lontani” quelli che rimangono sempre a margine e per i quali non va mai niente bene. La Comunità Parrocchiale è una grande famiglia, essa riserva un posto per tutti, è aperta a tutti e fa dell’accoglienza uno dei suoi binari di marcia. Va riconosciuto che non sempre si riesce ma posso garantire che c’è il desiderio, almeno, di essere aperti e accoglienti. Per tutte le mancanze e le deficienze, usate misericordia l’uno per l’altro. Vorrei richiamare tutti al senso di gratitudine e riconoscenza da dimostrare con i fatti e le parole alle Responsabili di Zona; 13 donne coadiuvate da tanti messaggeri che hanno svolto un lavoro eccezionale per l’allestimento dei presepi nelle zone, l’organizzazione dei Centri d’ascolto, la manifestazione per la levata del bambino, l’accoglienza dei Cantori della stella e l’animazione degli altri momenti previsti in questo tempo natalizio. Non dobbiamo mai dimenticare che esse con i messaggeri sono una cinghia di trasmissione fondamentale per la vita della Comunità. Ci sono zone dove, le Responsabili, mi riferiscono di una maggiore collaborazione ed entusiasmo e altre dove si fa maggiore fatica, vorrei che tutti ci sentissimo maggiormente impegnati, in forza del nostro Battesimo nello slancio missionario. So anche di qualche piccola difficoltà capitata in alcune zone, di alcune incomprensioni e frizioni, invito tutti a rasserenare gli animi, a saper perdonare e chiedo al Signore la grazia di toccare il cuore di tutti affinché non s’interrompa mai una esperienza cosi bella e ricca e non capiti che nessuna zona della Comunità rimanga senza un minimo di animazione e coordinamento. Sono appena tornato dall’esperienza missionaria vissuta in Burkina Faso con altri altri sacerdoti e laici. L’Africa è una realtà che si fa fatica a descrivere , ma che dovrebbe essere vissuta da molti, troverò nei prossimi giorni il modo per rendervi partecipi con una testimonianza e con delle immagini della grande esperienza vissuta con i Burkinabè.
Spunti per la Riflessione sulla Parola di Dio Domenicale Dio ci parla. Il nostro Dio è il Dio vivente. il Dio persona. il Dio che stabilisce con noi una relazione personale. Ogni domenica Dio ci parla, e così facendo non soltanto ci rivela i suoi pensieri, ma soprattutto si comunica a noi attraverso la Sua Parola! Non c’è comunione Eucaristica senza l’unione con Dio mediante la Sua Parola! La Parola che Dio pronunzia e rivolge a ciascuno di noi, personalmente, ci comunica la vita. La vita viene prima… perché è prima di tutto, prima di tutti, perché era prima di me: «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce ti ho consacrato». La Parola di Dio è la Carità che ci fa esistere, ci trae fuori dal nulla: «Se non avessi la carità non sarei nulla» (II Lettura). La Parola di Dio è la nostra linfa vitale: nutre, matura, feconda, consacra... Ognuno di noi può parlare perché respira, ma il nostro respiro vitale è La Parola che Dio ci rivolge oggi: « Oggi si è compiuta questa Parola che voi avete udito con i vostri orecchi » (Vangelo). Senza la Parola di Dio la nostra vita è una frase senza il Verbo, una vita incomprensibile, inutile, incompiuta. Che importanza ha la Parola di Dio, oggi, nella mia vita? (cfr. Sinodo dei Vescovi). C’è un momento della giornata in cui permetto al mio Dio di rivolgermi una parola? C’è la parola “fede”, “speranza”, ma soprattutto “carità” quando alla sera tiro le somme della mia giornata, e di tutte le parole che ho detto con le mie azioni e relazioni? Se il mio cuore è bombardato, è perché la mia giornata “rimbomba” al “tintinnìo” di altre parole invece che risuonare della Parola di Dio. Se non ascolto la Parola di Dio, io non so più chi sono, dove mi trovo, dove sto andando… Senza la Parola di Dio possiamo anche parlare gli uni con gli altri e tuttavia non ci capiamo. La Parola che Dio mi rivolge - se è davvero Lui che mi parla - provoca il cambiamento dei miei pensieri e progetti, molto più che dei miei comportamenti: «Stringi la veste ai fianchi, àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò». È la Parola di Dio che mi dà la forza di affrontare le battaglie della mia vita: «Oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno». La Parola che Dio mi rivolge oggi, se è viva, è efficace. Rimprovera mentre consola, guarisce mentre ferisce, uccide il “mal-essere” della mia vita e fa nascere il “ben-essere” della carità. La Parola che Dio mi rivolge, mi smuove (àlzati!). Muove l’io che era seduto su se stesso e lo mette in cammino sulla “via più sublime” perché lo commuove, lo fa muovere verso gli altri: «Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (II Lettura). Questa è la profezia che la Parola di Dio ci ordina di vivere! Ti ho stabilito profeta delle nazioni « Il termine profeta deriva dal latino prophèta, che viene a sua volta dal greco prophētēs, e letteralmente vuol dire “colui che parla davanti”, sia nel senso di parlare pubblicamente (davanti ad ascoltatori), sia in quello di parlare anticipatamente (predire eventi futuri). Nella Bibbia, però, la funzione del profeta, più che di predire, è di ammonire il popolo di Israele che si è allontanato dal suo Dio. Il profeta, infatti, è una persona che parla in nome e per conto (pro-) di Dio. Il Concilio Vaticano II, in particolare nella costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium, spiega perché nella Chiesa Cattolica non sono riconosciute figure particolari di profeti: in realtà ogni Battezzato, in forza della sua unione con Cristo, è partecipe del suo ufficio profetico. Ogni cristiano è dunque profeta, nel senso che diventa capace con la forza dello Spirito Santo di diffondere ovunque la viva testimonianza del Cristo, soprattutto per mezzo di una vita di fede e di carità» (da Wikipedia). È difficile essere uomini e donne in ascolto di Dio che parla… Da quando siamo passati dall’indifferenza nei confronti di Dio, dalla sordità e dal mutismo nei confronti della vita spirituale, di solito, siamo sempre noi a parlare! Noi sommergiamo Dio con le nostre parole: richieste, raccomandazioni, proteste, lamenti. E se Dio ci chiedesse di essere noi la sua Parola? Di parlare le sue parole? Di essere i suoi “porta parola”? «La mia bocca, Signore, racconterà la tua giustizia» (salmo resp.)… Se Dio ci chiedesse di rimproverare il comportamento di qualcuno a noi vicino? Un collega (magari più alto in grado), un amico, un parente (magari più anziano di noi) che ci ha visto crescere, che da noi si aspetta tutt’altro… Se Dio ci chiedesse di redarguire il titolare di una ditta che ci offre uno sconto, un aiuto al sapore di complicità (non pagare l’IVA)? Se Dio ci chiedesse di denunciare un abuso sapendo che ci comporterà dei problemi? E come affrontare quella parte di me abitante di Nazareth che – magari per il fatto di frequentare un certo gruppo parrocchiale o un determinato direttore spirituale o di avere offerto qualcosa del proprio tempo o del proprio denaro – si aspetta di essere assecondata nelle sue richieste, preferita a qualcun altro… ma mai e poi mai rimproverata!? Nessun profeta è bene accetto in patria. Eppure, la Parola di Dio – proprio oggi – mi chiede di essere “profeta”. Mi chiede di profetare le sue parole con la coerenza della mia vita. Mi chiede di affrontare il rischio (anzi, la certezza!) di essere rifiutato, ma con la sicurezza della sua presenza e del suo fedele aiuto: «Io sono con te per salvarti» (I Lettura); «In te Signore mi sono rifugiato, mai sarò deluso.. Sei tu mio Signore la mia speranza, la mia fiducia» (salmo resp.). Dio mi chiede di essere profeta di salvezza con le parole della carità: «La carità è magnanima, è benevola; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (II Lettura). La Parola di Dio, oggi, mi chiede di essere NON profeta di sventura! Ma di accettare l’avventura della vera profezia. Di anticipare, con la mia vita, la sua venuta nella gloria. Mi chiede di anticipare, con la santità della mia vita, la Verità e la Carità della sua Parola. |