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Curiosità e leggende sul Natale

Storia del Presepe


Innanzitutto il significato della parola "presepe" è "mangiatoia" e per antonomasia indica la greppia che fu usata come culla per Gesù Bambino, in quanto Maria e Giuseppe non avevano trovato alloggio in nessuna locanda.
Le fonti storiche del presepe sono i Vangeli di Matteo e Luca: sono raccontate la nascita di Gesù, l'annuncio ai pastori e l'arrivo dei Re Magi. I Vangeli apocrifi arricchirono di particolari la narrazione della Natività ed infine Origine, nel III secolo, aggiunse la presenza del bue e dell'asinello all'interno della stalla. Questi sono i primi scenari che si hanno della Natività e dell'Epifania.
Secondo la tradizione fu San Francesco ad ideare il presepe: la versione più attendibile è invece quella che vede il presepe come il risultato di connubio tra tradizioni, costumi e rappresentazioni sacre all'interno dei luoghi di culto.
Storicamente fu Papa Onofrio IV nel 1283 a commissionare la realizzazione del primo presepe: il realizzatore fu Arnolfo di Cambio. Di questa splendida opera rimangono oggi solo cinque statuette. Fu però il XVIII secolo ad essere il periodo in cui il presepe ebbe un ruolo fondamentale: Napoli in quel periodo era capitale del Regno Unito e centro di cultura, arte, filosofia, economia. Nonostante l'illuminismo dilagante, a Napoli emerse l'arte del Presepe: la sua rappresentazione si è però molto laicizzata e vede la presenza di personaggi estranei alla scena sacra.
I presepi di oggi si ispirano molto alla tendenza settecentesca: ci sono spesso infatti personaggi esterni come pastori e fabbri e ci si dedica anche alla cura di particolari quali laghetti, effetti di luce e di accessori. Nel corso del Novecento, a causa della presenza di orribili conflitti, l'attenzione per il presepe era molto diminuita.
Negli ultimi tempi invece il presepe è stato riscoperto e rivalutato: è infatti divenuto di grande interesse per hobbysti, artigiani, collezionisti.


Leggenda della stella cometa

 

"La stella, veduta dai Magi, secondo l'opinione più probabile, dedotta dalle sue  caratteristiche, era una meteora straordinaria, formata da Dio espressamente per dare  ai popoli il lieto annunzio della nascita del Salvatore".
Molto si è scritto su questa stella. Diverse sono state le ipotesi che possono riassumersi a tre: una cometa, una 'stella nova', una sovrapposizione di satelliti. Non si può neppure pensare ad una 'stella nova', bagliore prolungato emesso da corpi  celesti invisibili al momento della loro esplosione. Infatti nell'area di Gerusalemme non ne  comparve nessuna tra il 134 a.C. ed il 73 d.C.
La Grande Enciclopedia Illustrata della Bibbia (21) sembra propendere per la terza  ipotesi, già condivisa a suo tempo da Keplero: "Di tutte le spiegazioni possibili la più  probabile rimane quella, in qualche modo accettabile sulle fonti, secondo cui si è trattato  di un'insolita posizione di Giove, l'antica costellazione regale.
L'astronomia antica si è  occupata dettagliatamente della sua comparsa in un preciso punto dello zodiaco e l'ha  identificata, sul grande sfondo di una religiosità mitologico-astrale molto diffusa, con la  divinità più alta. Essa era importante soprattutto per gli avvenimenti della storia e del  mondo, in quanto i movimenti di Saturno erano facilmente calcolabili. Saturno, il pianeta  più lontano secondo gli antichi, era il simbolo del dio del tempo Crono e permetteva  una precisa posizione dello zodiaco aveva certamente un significato tutto particolare. La ricerca più recente si lascia condurre dalla fondata convinzione che la triplice  congiunzione Giove-Saturno dell'anno 6/7 a.C. ai confini dello zodiaco, al passaggio tra il  segno dei Pesci e quello dell'Ariete, deve aver avuto un enorme valore. Essa risulta  importante come una 'grande' congiunzione e, in vista della imminente era del messia (o anche età dell'oro), mise in allarme l'intero mondo antico".
Alcuni testi profetici antichi narravano di una futura stella luminosa che avrebbe predetto la nascita del Re dei Re. Questa stella sarebbe stata seguita dai Re magi che, seguendola, avrebbero incontrato il Bambino Gesù. Secondo alcuni calcoli astronomici questa stella potrebbe essere la cometa di Halley che risulta visibile dalla terra ogni 70 anni.
Questa cometa, tra l'altro, è la stessa che Giotto dipinse nell'affresco "Adorazione dei Magi" nella Cappella degli Scrovegni a Padova e fu il primo a rappresentarla con la coda luminosa e non come stella normale.
La cometa di Halley fu visibile nel 12 a.C. E questa data non coincide con quella in cui i maggiori storici pensano che sia nato Gesù (tra il 7 ed il 4 a.C.)
Altri studiosi pensano che la Stella Cometa non sia la cometa di Halley ma che addirittura fosse una particolare congiunzione di pianeti.
La stella cometa quindi non sarebbe un singolo elemento ma la congiunzione straordinaria di Giove con la Luna e di Marte con Saturno, tutti nella costellazione dei Pesci.
Si trattava di un evento molto particolare: Betlemme tra l'altro si troverebbe proprio nel punto in cui la luce della costellazione dei Pesci poteva essere vista al meglio dai viaggiatori che provenivano da Oriente


L'albero di Natale

 L'albero di natale risale ai riti pagani inerenti il solstizio d'inverno. Oggi lo adorniamo con luci, illuminazioni, decorazioni, fili e nastri colorati poichè questi ricordano i capelli delle fate, i falò e il "ceppo" di Natale. Infatti, da sempre, i contadini europei accendevano "fuochi di gioia" in cui ardevano fantocci, per riportare calore e luce tra gli uomini, in quei giorni freddi e bui. Tali riti si basavano sulla magia imitativa del ciclo solare e avevano una funzione purificatrice. Il "ceppo" di Natale, divenuto poi il nostro albero, era solitamente di olivo, betulla o quercia e, associato alla divinità del tuono, proteggeva dai fulmini. Oltre che simbolo solare, l'albero è anche un simbolo cosmico. Con radici e rami, rappresenta l'unione tra la Terra e il Cielo e così l'abete natalizio imiterebbe il Frassino Universale, il Yggdrasil delle tradizioni nordiche al quale rimase appeso Odino per raggiungere la conoscenza suprema e tra le cui radici si trovano i doni che simboleggiano la sua generosità.


Palline di natale

Un artista di strada molto povero si trova a Betlemme nei giorni seguenti alla nascita del Bambino Gesù.
Voleva andare a salutarlo ma non aveva nemmeno un dono da portargli. Dopo qualche esitazione decise di recarsi alla grotta e di andarlo a trovare. Gli venne in mente un'idea: fece quello che gli riusciva meglio, il giocoliere, e fece ridere i piccolo bambino.
Da quel giorno per ricordarci delle risate di Gesù Bambino si appendono delle palline colorate all'albero di Natale.


Il Vischio

C'era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante. L'uomo viveva solo, non si era mai sposato e non aveva piu' nessun amico.
Il vecchio mercante si girava e rigirava, senza poter prendere sonno.
Uscì di casa e vide gente che andava da tutte le parti verso lo stesso luogo. Qualche mano si tese verso di lui. Qualche voce si levò:
- Fratello, - gli gridarono - non vieni?
Fratello, a lui fratello? Lui non aveva fratelli. Era un mercante e per lui non c'erano che clienti: chi comprava e chi vendeva. Per tutta la vita era stato avido e avaro e non gli importava chi fossero i suoi clienti e che cosa facessero.
Ma dove andavano?
Si mosse un po' curioso. Si unì a un gruppo di vecchi e di fanciulli. Fratello! Oh, certo, sarebbe stato anche bello avere tanti fratelli! Ma il suo cuore gli sussurrava che non poteva essere loro fratello. Quante volte li aveva ingannati? Piangeva miseria per vender più caro. E speculava sul bisogno dei poveri. E mai la sua mano si apriva per donare. No, lui non poteva essere fratello di quella povera gente che aveva sempre sfruttata, ingannata, tradita. Eppure tutti gli camminavano a fianco. Ed era giunto, con loro, davanti alla Grotta di Betlemme.
Ora li vedeva entrare e nessuno era a mani vuote, anche i poveri avevano qualcosa. E lui non aveva niente, lui che era ricco.
Arrivò alla grotta insieme con gli altri; s'inginocchio insieme agli altri. - Signore, - esclamò - ho trattato male i miei fratelli. Perdonami. E cominciò a piangere.
Appoggiato a un albero, davanti alla grotta, il mercante continuò a piangere, e il suo cuore cambiò. Alla prima luce dell'alba quelle lacrime splendettero come perle, in mezzo a due foglioline. Era nato il vischio.


Baciarsi sotto il Vischio

I Druidi attribuivano al vischio un grande potere. Essendo una pianta aerea, che non ha radici ma vive attaccata al tronco di altri alberi, era considerata manifestazione degli dei che vivono in cielo; il toccare l'umana terra avrebbe voluto dire perdere i propri preziosi poteri. In effetti se usato bene aveva effetti curativi e miracolosi, se usato male poteva essere velenoso.
Viene definita la pianta della Luna, grazie alle sue bacche bianche e lattiginose, che quasi brillano al buio. I Celti usavano coglierlo soltanto in caso di reale necessità e con un falcetto d'oro, vestiti di bianco, scalzi e digiuni.

Il vischio era anche la pianta associata alla dea anglosassone Freya (o Frigga), sposa del dio Odino e protettrice dell'amore e degli innamorati. La leggenda narra che Freya aveva due figli, Balder e Loki. Il secondo, cattivo e invidioso, voleva uccidere il primo, buono e amato da tutti.
Venuta a conoscenza di ciò Freya cercò di proteggere Balder e chiese a Fuoco, Acqua, Terra, Aria e a tutti gli animali e le piante di giurare la loro protezione per l'incolumità del figlio, e così fecero.
Loki però scoprì che la madre non si era rivolta ad una pianta, che non viveva né sopra né sotto terra: il vischio. Intrecciando i rami di questa pianta fece così un dardo appuntito, lo diede al dio cieco dell'inverno, che lo tirò dal suo arco e colpì, uccidendolo, Balder.
Tutti gli elementi della Terra e del Cielo si rattristarono per la morte dell'amato Balder e per tre giorni e tre notti cercano con tutte le loro forze di riportarlo in vita, ma non riuscirono. Freya, rassegnata e disperata, pianse tutto il suo dolore sul corpo del figlio. Magicamente, le lacrime sincere della madre, a contatto con il dardo di vischio, diventarono le bacche perlate della pianta e Balder riprese vita. Così Freya, colma di felicità, ringraziò chiunque passasse sotto l'albero su cui cresceva il vischio con un bacio.
Da lì in poi la dea vuole che chi sta sotto il vischio si baci, per avere la sua protezione eterna, simbolo della vita e dell'amore che sconfigge anche la morte.

Nel Cristianesimo questa simbologia è stata mantenuta e il vischio significa fortuna, protezione e amore. Si usa regalarlo durante il periodo natalizio, oppure usarlo come decorazione per i pacchi o da appendere sulla porta di casa, come buon auspicio per chiunque entri. Se due innamorati si baciano sotto un ramoscello terranno lontani da loro problemi e difficoltà.
Se nel periodo natalizio una ragazza che si trova sotto il vischio non viene baciata dal suo amato non si sposerà per l'intero anno a venire.


La leggenda dei Re Magi


Le leggende che riguardano i Re Magi sono tante, religiose o meno, ed ognuna cerca di dare una propria versione e spiegazione di quello che successe alla nascita di Gesù e di chi erano questi Magi.
Sembra che venissero dall'Oriente, probabilmente da identificarsi con l'antica Persia ed erano astrologi, probabilmente sacerdoti di zoroastriani (religione di origine persiana), studiosi e saggi.
Partirono dall'Oriente, dopo aver visto una stella Stella  cometa  che indicava loro il nascere di un bambino, ritenuto il re dei Giudei. Secondo il racconto evangelico di Matteo, Gesù nacque a Betlemme di Giudea, sotto il regno di Erode.
I Magi arrivarono a Gerusalemme e, poiché conoscevano soltanto la data della nascita, ma non il luogo, chiesero informazioni per trovare il nuovo re per andare a fargli visita e adorarlo. Erode si turbò per questa rivelazione, sentendosi minacciato nel suo potere. Dopo aver consultato gli scribi e i saggi, i quali gli riferirono che, secondo la parola del Profeta, il Bambino sarebbe dovuto nascere a Betlemme, Erode informò i Magi, fingendo di essere interessato per andare egli stesso ad adorare il nuovo nato.
I Magi partirono e seguirono la stella annunciatrice che li guidò e si fermò proprio sopra la grotta dove si trovava il Bambino. Provarono una grandissima gioia nel vederlo e subito si prostrarono e lo adorarono, aprendo i loro scrigni contenenti oro, incenso e mirra.
Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, tornarono in Oriente percorrendo un'altra strada.
Nella tradizione cristiana i Re Magi sono magi. La parola 'mago' che si usa per indicare questi personaggi non va identificata con il significato che oggi noi diamo. Il vocabolo deriva dal greco 'magoi' e sta ad indicare in primo luogo i membri di una casta sacerdotale persiana (in seguito anche babilonese) che si interessava di astronomia e astrologia. Potremo meglio nominarli: studiosi dei fenomeni celesti.
Nell'antica tradizione persiana i Magi erano i più fedeli ed intimi discepoli di Zoroastro e custodi della sua dottrina che secondo il Vangelo di Matteo giunsero da oriente a Gerusalemme per adorare il bambino Gesù, ovvero il re dei Giudei che era nato. I Magi provenienti da oriente, ovvero dalla Persia, furono, quindi, le prime figure religiose ad adorare il Cristo, al quale presentano anche dei doni crismali.


Chi sono i Re Magi e i doni che portano


Sacerdoti, saggi, stregoni, studiosi, la definizione è incerta, ma sicuramente provengono dall'Oriente. Sono essi stessi il collegamento simbolico tra Oriente e Occidente, essendo i primi pagani che vanno ad adorare, riconoscendolo come dio, Gesù. Sempre per la tradizione cristiana, i tre regnanti sono fratelli: Melchiorre, re dei persiani, Baldassarre, re degli indiani e Gasparre, re degli arabi.
I doni che portano sono anch'essi carichi di simbolismo e significato.
L'oro, il metallo prezioso per eccellenza che sta a significare la regalità
L'incenso, un profumo da bruciare, molto usato durante riti e venerazioni religiose, simbolo di divinità.
La mirra, derivato di una pianta medicinale che, mischiato con olio, veniva usato per scopi medicinali, cosmetici e anche religiosi, come l'imbalsamazione; questo dono simboleggia la futura sofferenza redentrice di Gesù.

E' usanza fare il presepe e aggiungere le tre statuine dei Magi dopo Natale, prima lontano dalla grotta dove c'è Gesù Bambino, e poi ogni giorno più vicino, fino all'arrivo la notte tra il 5 e il 6 gennaio.

Filastrocca della Befana

La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col cappello alla romana
viva viva la Befana!

Per farvi portare i doni dalla Befana c'è un metodo infallibile: dovete appendere al caminetto della casa (ma chi non ha un caminetto può trovare un qual-siasi altro posto, vicino a una porta o a una finestra) la calza più grossa che avete: vedrete che la mattina dell'Epifania la troverete riempita di doni di ogni sorta!


La leggenda della Befana

Secondo il racconto popolare, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia.
Malgrado le loro insistenze, affinchè li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci.
Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù.
Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.


La Tradizione della Befana

La Befana, tradizione tipicamente italiana, non ancora soppiantata dalla figura "straniera" di Babbo Natale, rappresentava anche l'occasione per integrare il magro bilancio familiare di molti che, indossati i panni della Vecchia, quella notte tra il 5 il 6 gennaio, passavano di casa in casa ricevendo doni, perlopiù in natura, in cambio di un augurio e di un sorriso.
Oggi, se si indossano gli abiti della Befana, lo si fa per rimpossessarsi del suo ruolo; dispensatrice di regali e di piccole ramanzine per gli inevitabili capricci di tutti. Dopo un periodo in cui era stata relegata nel dimenticatoio, ora la Befana sta vivendo una seconda giovinezza, legata alla riscoperta e alla valorizzazione delle antiche radici, tradizioni e dell'autentica identità culturale.


Leggenda del panettone

 

Si narrano diverse leggende del panettone tradizionale cioè quello fatto con burro, uvetta e cedro canditi. Nel tempo sono state realizzate anche tante varianti con vari tipi di creme, liquori, coperture di cioccolata e decorazioni varie.

 

Una delle leggende più accreditate sul panettone milanese narra che questo dolce natalizio nasce durante uno sfarzoso pranzo di Natale offerto dal Conte Sforza quando il suo cuoco si accorge che il forno gli aveva bruciato il dolce. L’aiutante del cuoco, di nome Toni, vedendo il cuoco disperato e non sapendo cosa fare, gli propone di presentare il dolce da lui preparato con gli avanzi. Si trattava di una specie di pane dolce fatto con burro, frutta candita e pasta. I commensali, con grande stupore del cuoco, del suo garzone e del padrone di casa rimangono favorevolmente impressionati ed alzano un coro d’entusiasmo ricco di complimenti.
Il cuoco imbarazzato da questa ovazione, ammette che il merito era tutto del suo aiutante e del suo “Pan di Toni” come era stato battezzato il nome del dolce realizzato dal
Un’altra leggenda accreditata narra di un giovane falconiere, tale Ughetto Atellani, perdutamente innamorato di una fornaia di nome Algisa che gestiva un forno vicino alla Chiesa delle Grazie. Purtroppo per lei gli affari non andavano bene con l’avvicinarsi del Natale. Difatti vedeva lunghe code di gente fare la fila davanti al forno suo concorrente non molto distante da lei.
Allora Ughetto Atellani,vedendo la disperazione della sua amata, decide di dare fondo ai suoi ultimi denari comprando burro, zucchero, uova ed uva sultanina. Impasta il tutto con la farina e, potere dell’amore, il successo è assicurato. Dopo questo avvenimento i due innamorati convolarono a nozze.
Indipendentemente dalle leggende il panettone, come suggerisce il nome stesso, non è altro che un pane arricchito con altri ingredienti molto semplici ma che messi insieme hanno dato vita ad uno dei dolci più famosi al mondo.


Modi di Augurare Buon Natale nel mondo

Afrikaans: Gesëende Kersfees!
Africano/ Eritrean/ Tigrinja: Rehus-Beal-Ledeats!
Albanese: Gezur Krishlinjden!
Arabo: Idah Saidan Wa Sanah Jadidah!
Argentino: Feliz Navidad!
Armeno: Shenoraavor Nor Dari yev Pari Gaghand!
Bahasa Malaysia: Selamat Hari Natal!
Basco: Zorionak eta Urte Berri On!
Bengalese: Shuvo Naba Barsha!
Boemo: Vesele Vanocce!
Bretone: Nedeleg laouen na bloavezh mat!
Bulgaro: Tchestita Koleda; Tchestito Rojdestvo Hristovo!
Catalano: Bon Nadal i un Bon Any Nou!
Cileno: Feliz Navidad!
Cinese: (Mandarino) Kung His Hsin Nien bing Chu Shen Tan!
(Cantonese) Gun Tso Sun Tan'Gung Haw Sun!
Colombiano: Feliz Navidad y Próspero Año Nuevo!
Coreano: Sung Tan Chuk Ha!
Cornovaglia: Nadelik looan na looan blethen noweth!
Croato: Sretan Bozic!
Ceco: Prejeme Vam Vesele Vanoce a stastny Novy Rok!
Danese: Glædelig Jul!
Ebraico: Mo'adim Lesimkha, Chena tova!
Eschimese: Jutdlime pivdluarit ukiortame pivdluaritlo!
Esperanto: Gajan Kristnaskon!
Estone: Ruumsaid juulup|hi!
Filippino: Maligayan Pasko!
Finlandese: Hyvaa joulua!
Fiammingo: Zalig Kerstfeest en Gelukkig nieuw jaar!
Francese: Joyeux Noel!
Gaelico: Nollaig chridheil agus Bliadhna mhath ùr!
Gallese: Nadolig Llawen!
Giapponese: Shinnen omedeto, Kurisumasu Omedeto!
Greco: Kala Christouyenna!
Hawaiano: Mele Kalikimaka!
Hindi: Shub Naya Baras!
Indonesiano: Selamat Hari Natal!
Inglese: Merry Christmas!
Iracheno: Idah Saidan Wa Sanah Jadidah!
Irlandese: Nollaig Shona Dhuit, or Nodlaig mhaith chugnat!
Islandese: Gledileg Jol!
Italiano: Buone Feste Natalizie!
Latino: Natale hilare et Annum Faustum!
Lettone: Prieci'gus Ziemsve'tkus un Laimi'gu Jauno Gadu!
Lituano: Linksmu Kaledu!
Macedone: Sreken Bozhik!
Maltese: Il Milied it Tajjeb
Maori: Meri Kirihimete!
Micronesia: Neekiriisimas annim oo iyer seefe feyiyeech!
Norvegese: God Jul, or Gledelig Jul!
Olandese: Vrolijk Kerstfeest en een Gelukkig Nieuwjaar! or Zalig Kerstfeast!
Papua Nova Guinea: Bikpela hamamas blong dispela Krismas na Nupela yia i go long yu!
Peruviano: Feliz Navidad y un Venturoso Año Nuevo!
Polacco: Wesolych Swiat Bozego Narodzenia or Boze Narodzenie!
Portoghese: Feliz Natal!
Rapa-Nui (Isola di Pasqua): Mata-Ki-Te-Rangi, Te-Pito-O-Te-Henua!
Rumeno: Craciun Fericit
Russo: Pozdrevlyayu s prazdnikom Rozhdestva is Novim Godom!
Samoa: La Maunia Le Kilisimasi Ma Le Tausaga Fou!
Serbo-Croato: Sretam Bozic, Vesela Nova Godina!
Serbo: Hristos se rodi!
Slovacco: Vesele, a stastlivy Novy Rok!
Sloveno: Vesele Bozicne, Screcno Novo Leto!
Spagnolo: Feliz Navidad!
Svedese: God Jul and (Och) Ett Gott Nytt År!
Tailandese: Sawadee Pee Mai!
Tedesco: Froehliche Weihnachten!
Turco: Noeliniz Ve Yeni Yiliniz Kutlu Olsun!
Ucraino: Srozhdestvom Kristovym!
Ungherese: Kellemes Karacsonyi unnepeket!
Vietnamita: Chung Mung Giang Sinh!
Jugoslavo: Cestitamo Bozic!

 


 
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