“Oggi forse avrò visite, devo riordinare un po’ la casa. Farò
un po’ di pulizie, metterò la tovaglia bella e i fiori freschi sul tavolo. Se
non sarà per oggi, l’invitato arriverà domani o dopo, ma io voglio essere pronto
ad accoglierlo in ogni momento. La mia porta è sempre aperta!”
Una volta fatto l’invito, ecco i preparativi
dell’accoglienza: c’è da fare spazio, c’è da preparare la casa per l’invitato.
Si può essere attenti a tutto, ma vi è sempre qualcosa d’inatteso, si è sempre
un po’ addormentati. L’annuncio di Giovanni Battista mette in guardia circa la
necessità di prepararsi all’inatteso, di non precludere la novità. E’ un
annuncio ancor più attuale per noi oggi: troppo spesso le nostre reazioni di
fronte al vangelo sono quelle di gente che considera tutto già dato e
programmato. Il paradosso della storia della salvezza invece sta proprio nel
fatto che tutto è dato, ma tutto rimane ancora da fare. Mettiamoci dunque al
lavoro: anche nel nostro tempo ci sono strade da spianare, valli da colmare,
monti da abbassare! Siamo disposti a metterci in gioco?
Preghiera:
Signore Gesù, amico e fratello, accompagna i giorni
dell'uomo perché ogni epoca del mondo, ogni stagione della vita intraveda
qualche segno del tuo Regno che invochiamo in umile preghiera, e giustizia e
pace s'abbraccino a consolare coloro che sospirano il tuo giorno. Ogni età della
vita degli uomini può celebrare la vita perché tu sei la Vita. Tu sai che
l'attesa logora, che la tristezza abbatte, che la solitudine fa paura: Tu sai
che abbiamo bisogno di te per tenere accesa la nostra piccola luce e propagare
il fuoco che tu sei venuto a portare sulla terra. Riempi di grazie il tempo che
ci doni di vivere per te! Signore Gesù, giudice ultimo del cielo e della terra,
vieni! La nostra vita sia come una casa preparata per l'ospite atteso, le nostre
opere siano come i doni da condividere perché la festa sia lieta, le nostre
lacrime siano come l'invito a fare presto.
Noi esultiamo nel giorno della tua nascita, noi
sospiriamo il tuo ritorno: vieni, Signore Gesù! (Card. Carlo Maria Martini).
Breve lettera del Parroco
Nella Seconda Domenica di Avvento la Liturgia ci
propone, quale modello di attesa e di preparazione alla venuta del Signore, la
figura di Giovanni il Battista. Giovanni invita a esprimere, attraverso il segno
del battesimo, la decisione di conversione che deve caratterizzare il tempo
nuovo. Per il cristiano, nel ricordo del proprio battesimo, proprio la scelta di
credere rappresenta questa decisa svolta. Noi, dunque, invochiamo da Dio la
forza per ri-orientare la nostra vita verso di lui.
Agli Ebrei del VI secolo rimasti in Palestina o
deportati in Babilonia, la parola del profeta ridà speranza e invita alla
fiducia: Dio viene e cammina in testa al suo popolo per riportarlo, libero, dal
paese di schiavitù verso la propria terra. Pastore buono, ha cura di chi è
debole e piccolo; Dio forte, trova la sua gioia nel perdonare e nel rifare tutto
nuovo. Salvezza, gioia, amore, verità, giustizia, costituiscono il corteo del
Signore Dio. Sono i beni dell’alleanza, dell’amicizia tra Dio e i suoi (Prima
Lettura). Come dire che essi non provengono da noi, ma ci sono donati da colui
che ci chiama a convertirci a lui, affinché i nostri peccati siano perdonati.
Rispondendo alle obiezioni di certi fedeli sul
ritorno del Signore, Pietro afferma: Dio ha una nozione del tempo diversa dalla
nostra; e aggiunge: Dio è paziente e attende che il maggior numero possibile di
peccatori si converta.
Dio incarnandosi tiene conto dell’uomo, della sua
crescita e del suo comportamento, non lo guarisce senza la fede, senza la
conversione; prende il tempo necessario per condividere la vita col suo
interlocutore (cfr. Sap 11,23-26; Ez 18,23). In un mondo votato al cambiamento
ed alla attesa del “Giorno di Dio” che realizzerà «nuovi cieli e una terra
nuova», la “santità della vita” e la “pietà” danno sicurezza e tranquillità di
fronte agli elementi che si “dissolvono” e si “fondono” (Seconda Lettura). La
santità della vita non è solo oggetto del giudizio finale, ma già prepara questo
giudizio; la preghiera che sale dal cuore non chiede soltanto la venuta del
Signore come un avvenimento improvviso, ma già lo legge negli episodi della
storia umana.
Giovanni, nel compiersi del tempo messianico,
invita ad esprimere, attraverso un segno che non è soltanto cerimoniale, la
volontà di conversione e la speranza dei tempi nuovi, caratterizzati
dall’effusione dello Spirito Santo. In questi tempi nuovi, che per noi sono già
cominciati, anche se non ancora del tutto realizzati, l’invito alla conversione
sfocia necessariamente in gesti significativi, “sacramentali” nel senso più
ampio della parola. Tra essi vi sono certamente il Battesimo e la Penitenza,
momenti privilegiati d’incontro con il Dio che salva e che perdona, ma anche gli
atteggiamenti concreti della Comunità e dei singoli (condividere, perdonare,
accogliere...) da cui traspare la realtà di un cuore nuovo. Sono quelli indicati
nell’immagine del «preparare la strada» (Vangelo). Forse, visti con occhi
profani, possono apparire come povere, inutili cose; in realtà, invece, nei
gesti di un uomo e di una Comunità rinnovati, chi sa leggere intravede «nuovi
cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia» (Seconda
Lettura).
Nel linguaggio comune il Sacramento della Penitenza
si identifica con la “confessione”. In realtà, la confessione è solo un elemento
del Sacramento e non ne è certo il primo. Vi è una mentalità formalistica ed
esteriorizzante nei riguardi di questo che è uno dei Sacramenti cardine della
vita cristiana, minacciato di scivolare lentamente in una crisi sconcertante. Le
motivazioni hanno una gamma molto ampia: vanno dal rifiuto del confessore,
distributore automatico di assoluzioni, al rifiuto del confessore psicanalista…
L’accusa individuale dei peccati, seguita dal perdono di Dio e da una penitenza
spesso insignificante, è una soluzione troppo facile, troppo meccanica: può
avere senso solo se è un segno personale ed ecclesiale di conversione e di
riconciliazione. Un ripensamento sulla giusta forma della penitenza e della
confessione è, quindi, giustificato: tutto deve diventare più autentico, più
profondo, più vivo e più efficace.
Spunti per la riflessione personale
ESSERE COME UNA VOCE, LA
VOCE DI DIO
Giovanni Battista fu il precursore di Cristo. Egli
fu colui che lo precedette per appianare i sentieri e raddrizzare le vie. Credo
che questo sia esattamente ciò che tutti noi siamo chiamati a fare nei riguardi
degli altri: appianare loro la strada, e aiutarli a trovare la via diritta al
Signore. Vorrei indicare alcune caratteristiche della persona di Giovanni
Battista che potrebbero insegnarci qualcosa sulla situazione nostra, su ciò che
dovremmo fare, e sulle disposizioni di spirito in cui dovremmo essere.
Prima di tutto, aprendo il Vangelo di Marco si
incontra il precursore come una voce che grida nel deserto. Non è nemmeno
definito profeta o messaggero di Dio. Egli si è così identificato con il
messaggio, ha formato una tale unità con la parola di Dio che deve proclamare e
annunciare alla gente, che non riesce più nemmeno a vederlo dietro il messaggio,
non riesce più a sentire il tono della sua voce dietro la tonante testimonianza
dello Spirito di Dio che parla attraverso lui. Ecco una cosa che dovremmo
imparare.
Troppo spesso quando portiamo un messaggio la gente
vede noi e percepisce un messaggio che forse arriva attraverso noi, perché non
siamo sufficientemente identificati con quello che dobbiamo dire. Per ottenere
questa identificazione dobbiamo leggere il Vangelo in modo tale, renderlo così
nostro e rendere noi stessi così Vangelo, che quando parliamo come dal di dentro
del Vangelo stesso, in suo nome, dovrebbe essere semplicemente il Vangelo che
parla – indipendentemente dalle parole usate, e non sto parlando di citazioni –
e noi dovremmo essere come una voce, la voce di Dio.
La seconda cosa è che per arrivare allo stadio in
cui poteva parlare senza essere notato, in cui la gente aveva di lui
l’impressione di un uomo trasformato completamente in un messaggio, in una
visione, in una proclamazione, egli doveva essere un uomo che aveva rinunciato a
ogni forma di egoismo, di accaparramento, a tutto ciò che era piacevolmente
gratificante. Egli ebbe un cuore puro, una mente illuminata, una volontà
inflessibile, un corpo attento, un completo controllo di sé così che al momento
di dare il messaggio la paura non poté travolgerlo e renderlo muto. Le promesse
non lo avrebbero ingannato per farlo tacere, né il peso della carne, o della
mente o del cuore avrebbero distrutto la luminosità e la forza fulminea dello
spirito.
C’è un compito anche per noi qui.
AVVISI
Lunedì 8 dicembre 2008 -
Festa dell’Immacolata
“Dio ci ha scelti per essere santi e immacolati
nella carità”
Martedì 9 dicembre 2008 - “Non siete più figli
delle tenebre, ma della luce” - Inizio triduo in preparazione della Festa di
Santa Lucia V. e M.
-
Preghiera a Santa Lucia, celebrazione Eucaristica ore 18.00, con la presenza
di tutte le famiglie che aderiscono all’iniziativa del “Suffragio mensile
per i defunti” attraverso la sottoscrizione.
-
Incontro sulle Letture Domenicali per pregare e approfondire la Parola di
Dio ore 18.45 Ufficio Parrocchiale.
-
Incontro animatori Oratorio Parrocchiale ore 21.00 Centro Pastorale.
Mercoledì 10 dicembre 2008 - “Rabbunì che io
riabbia la vista” - Giornata della testimonianza
-
Preghiera a Santa Lucia, Celebrazione Eucaristica con la consegna, da parte
delle famiglie della zona di via G. Vitale, dell’olio per la lampada che
arde davanti a Santa Lucia. La lampada sarà accesa da un non vedente, ore
18.00.
-
Incontro delle catechiste ore 18.30 presso il Centro Pastorale.
-
Incontro con tutti i genitori che hanno battezzati i loro figli nel corso
del 2008, per preparare insieme l’albero della vita (portare una foto del
bambino battezzato) ore 19.30 in chiesa.
-
Gruppo Liturgico ore 20.00.
Giovedì 11 dicembre 2008
-
Celebrazione delle lodi mattutine ed esposizione SS. Sacramento ore 8.30 e
tempo per l’adorazione silenziosa fino alle ore 12.00.
-
Adorazione personale ore 17.00 – 19.00.
-
Tempo
per le confessioni dalle ore 17.00 alle ore 19.00 in modo particolare sono
invitati ad essere presenti i ragazzi, genitori, padrini e madrine.
-
Ore
19.00 Celebrazione dell’impegno con la consegna del simbolo della nostra
fede: Il Credo che illumina il nostro cammino. Sono invitati ad essere
presenti i genitori e i padrini dei cresimandi che riceveranno la cresima il
prossimo 14 dicembre.
Venerdì 12 dicembre 2008
-
Catechesi per i bambini di prima, seconda, quinta elementare e prima media
ore 16.00 Centro Pastorale.
-
Pulizia della chiesa gruppo: Lettori.
-
Ore
17.00 Prove liturgiche con i ragazzi che riceveranno il Sacramento della
Cresima.
-
Ore
19.00 Celebrazione Eucaristica alla quale sono invitate a partecipare in
modo particolare tutte coloro che portano il nome di Lucia. Al termine della
Celebrazione scambio di auguri presso il Centro Pastorale.
Sabato 13 dicembre 2008
- Solennità di Santa Lucia V. e M.
-
Ore 7.00, 8.00, 9.00, 10.00, 11.00, 17.00, 19.00*
e 20.00, Celebrazioni Eucaristiche. *A questa
celebrazione, presieduta da don Giovanni Pisacane, nuovo Vice Parroco della
Parrocchia, sono invitati in modo particolare tutti i gruppi parrocchiali,
al termine ci sarà lo scambio di doni presso il Centro Pastorale,
Domenica 14 dicembre 2008 - Giornata di
sensibilizzazione per il sostegno del clero
-
Celebrazioni Eucaristiche ore 9.30 - 11.00 – 19.00
-
*
Durante la S. Messa delle ore 11.00 e delle ore 19.00, invocheremo una
benedizione speciale, per intercessione di Sant'Agnello, per le mamme in
attesa di un bambino.
* Il Centro Anziani, “Anni Verdi“
organizza per i giorni di
Venerdì, Sabato e Domenica,
una pesca di beneficenza
per un’iniziativa caritativa.
|
|